Apollo ed Ermes.  Acrilico su cartone 54x54_2015

Il primo, dio greco della luce venne generato sotto il sole di Delo mentre il secondo, suo fratello, venne generato dentro la terra, in una grotta fumosa tra i monti di Arcadia.
Apollo era il grande dio, la figura nobile e tragica, che appariva sui frontoni dei templi, all'inizio dei poemi epici. Con il suo arco-cetra, stava lontano dagli uomini, forse non amava gli uomini o li amava troppo; e i suoi rapporti con loro furono spesso accompagnati dalla sventura. Sapeva che erano piccoli, «simili a foglie» e per questo, imponeva loro dei limiti («Conosci te stesso», «Niente in eccesso») e castigava la loro superbia. Quando scendeva tra gli uomini, suscitava sgomento e stupore, spavento e venerazione.
Rispetto ad Apollo, Ermes assumeva tutte le forme, prendeva tutte le strade, nessuno era più molteplice e versatile di lui. Aveva una mente «colorata», «variegata» (poikilométis) come una pittura o un tappeto o la coda di un pavone: ma anche artificiosa e costruita come una poesia e un discorso elegante; ed intricata ed enigmatica come i nodi, i labirinti, le costellazioni celesti e il lavoro delle api. Possiamo dunque comprendere che Ermes stimasse poco la verità.